BORGO MEDUNA

foglio di quartiere

SpiazzaBorgo e’ una riflessione sviluppata nel quartiere, con il quartiere; una sperimentazione collettiva attivata tra diverse generazioni.

SpiazzaBorgo e’ un percorso, caratterizzato da incontri e confronti, il cui punto di partenza è il progetto Genius Loci: un’azione progettuale comune tra istituzioni (Ass6, Provincia, Comune e Cooperazione Sociale) e realtà
associative locali, il cui scopo è quello di concretizzare un’idea di comunità partecipe e attiva nell’incontro tra generazioni.

SpiazzaBorgo è uno spazio, fatto di carta e ora anche sotto forma di blog in internet, arricchito da pensieri prima condivisi poi scritti, che aspira ad essere di tutti attraverso l’interazione occasionale, il passaparola spontaneo e l’impegno di un intero quartiere.

Se volete partecipare scrivete ogni vostra impressione, anedotto, articolo, pensiero e impressione cliccando sotto i post alla voce "commento" o inviando liberamente i vostri scitti a : fogliodiquartiere@gmail.com

se volete scaricare liberamente una copia
del giornale in formato pdf cliccate questo link fogliodiquartiere.pdf n°2

NOVITà : DA OGGI ANCHE SU FACEBOOK A QUESTO LINK https://www.facebook.com/Borgomeduna


Buona lettura!

martedì 27 dicembre 2011


Scaldati da fuochi e piccole
scintille di luce, che illuminano
a giorno una festa fatta di gioia
e di attese per i giorni che verranno.
BUON ANNO A TUTTI

Adalberto

sabato 24 dicembre 2011


BUON NATALE A TUTTI


Un Natale che fa riflettere e ricordare

Natale (Adalberto C)

Giorni a rincorrere il futuro
da sovrapporre a quelli passati,
fatti di immagini, di luoghi e tempi
che non hanno più odore e sapore.
Un futuro che conquisteremo
e vorremo pieno di sentimenti
da raccogliere durante la
nostra nuova ricerca.
Solo oggi la ricerca è allontanata
dal nostro pensiero, per rituffarci
in quelle immagini, colori, odori,
profumi e ricordi che ci permettono
di ritornare indietro e riacciuffare
lembi di immagini ormai sfuocate
nella nostra anima.
I sogni superano le illusioni,
il pensiero supera il tempo,
in qualcosa di così impossibile
e inutilmente possibile, resta
solo una strana confusione,
che non ci aiuta, o forse si?


lunedì 19 dicembre 2011

RICORDI E STORIE PENSIERI E SOGNI

da condividere per organizzare una serata del quartiere per il quartiere…
BORGOMEDUNA, grazie alla parrocchia, ha un bellissimo Teatro/Auditorium. Potrebbe avere anche la gente – del quartiere – che lo fa vivere. Attori, ma non necessariamente di “recite”, ma anche di racconti, canti, giochi, persino discussioni… O altre proposte ancora!
Oggi, Lunedì 19 dicembre
alle 20,30
ci incontriamo nella sede de “L’Arlecchino Errante” in fondo a via Tiziano, per immaginare insieme come si potrebbe fare.
Questo incontro, che durerà al massimo un’oretta, è riservato agli adulti; anche se non in modo esclusivo…Potrebbe infatti riguardare anche i bambini che hanno perso l’incontro di mercoledì 14 (alla Scuola de Amicis) e i ragazzi e i giovani che non possono esserci a quello di venerdì 16 (al Deposito Giordani)…
Vi aspettiamo!!!!!
Rassegna stampa:
Pordenone 19 dicembre ore 20.30
Borgomeduna fa rinascere il teatro
I cittadini si trasformano in attori di racconti, canti, giochi, insomma di vita
Pordenone
“Ricordi e storie, pensieri e sogni” da condividere per organizzare una serata del quartiere per il quartiere. Nuovo appuntamento lunedì 19 dicembre a Pordenone nel quartiere di Borgomeduna all’interno del progetto Genius loci. Nella sede de “L’Arlecchino Errante” in fondo a via Tiziano alle 20.30 anziani, adulti e ragazzi si confronteranno, grazie alla disponibilità della parrocchia, per far rivivere il teatro anche con la gente del quartiere. Attori, ma non necessariamente di “recite”, bensì di racconti, canti, giochi, persino discussioni… o altre proposte ancora.
Il teatro, oltre che strumento, diviene il luogo culturale e anche fisico per affrontare in termini diversi il senso di appartenenza territoriale e la relazione tra le generazioni. Prosegue la sfida del progetto Genius Loci che vede assieme Comune di Pordenone, Provincia, Ass6, Cooperative sociali Acli, Fai e Itaca, L’Arlecchino Errante, Deposito Giordani, Scuola primaria De Amicis, Il Giardino delle Sorprese, il Centro Diurno di Via Canaletto e Parrocchia di San Giuseppe.
L’idea di iniziare il teatro di comunità a Borgomeduna è frutto di una decisione partecipata presa all'interno delle assemblee di quartiere che, con cadenza mensile, si svolgono nell'ambito del progetto Genius Loci.
Genius Loci è un progetto attivo e condiviso tra istituzioni e Cooperazione sociale, realtà associative locali e singoli cittadini, il cui obiettivo è concretizzare, ritrovandola e insieme reinventandola a livello di quartiere, un’idea di comunità effettiva, dotata di una rete di solidarietà sociale e di proficui legami transgenerazionali.

BORGO MEDUNA STORY "ON THE ROAD"

Per gentile concessione degli amici carissimi Buick Brothers
http://www.youtube.com/watch?v=FW2FHnJiHA4


Grazie Fabio
http://buickbrothers.blogspot.com/

S.G.

martedì 6 dicembre 2011

Iniziative di dicembre targate "Genius Loci"

Ecco il calendario di alcune iniziative targate "Genius Loci" che potrebbero interessare. !!! Se volete conoscerci meglio non mancate o scriveteci!!!!

Lunedì 12 dicembre ore 18:00
 Assemblea di quartiere.
c/o locali dell’oratorio, Parrocchia San Giuseppe.

Lunedì 19 dicembre 2011 ore 18:30
 Comitato di redazione per iniziare a pensare al secondo numero di SpiazzaBorgo.
c/o Centro Diurno ASS6 - Giardino delle Sorprese, Via canaletto n.5.

 
Aviano mercoledì 14 dicembre 2011
ore 20.30
presso la Biblioteca Comunale
 
Progetto “Salam Shalom”
Comuni di Andreis, Aviano, Budoia, Meduno,
Montereale Valcellina, Sequals, Tramonti di sotto
 
Il misterioso appuntamento
tra le generazioni
 
Presentazione del libro
La restituzione
Perché si è rotto il patto tra le generazioni
(ed. Feltrinelli)
 
e del Progetto di comunità
Genius loci: prove di dialogo intergenerazionale
 
Interverranno
Aldo Colonello
Circolo “Il Menocchio”
 
Francesco Stoppa
autore del libro e coordinatore di Genius loci
 
Animeranno la discussione
Andrea Appi & Ramiro Besa
(in arte I Papu)
 
(S.G.)

"La strada bianca" e il teatro di comunità a Borgomeduna

Domenica 27 novembre, presso l’auditorium della parrocchia S.Giuseppe di Borgomeduna, è andato in scena lo spettacolo teatrale La strada bianca a cura della Compagnia “Settimo Cielo” di Roviano (Roma), una iniziativa organizzata da “L’Arlecchino Errante” e sostenuta dalla Provincia di Pordenone nell’ambito del Progetto Genius Loci, progetto condiviso tra istituzioni (Provincia, Comune, Ambito urbano, ASS6, Cooperazione sociale), realtà associative locali, parrocchie e singoli cittadini il cui scopo è quello di ritrovare e, nello stesso tempo,  reinventare, un’idea di comunità effettiva, dotata di una rete di solidarietà sociale e di proficui legami transgenerazionali.
Si è trattato di una manifestazione decisamente ben riuscita che ha attirato  un centinaio di spettatori e che ha potuto contare sulla presenza del  Dott. Grizzo, vicepresidente della Provincia di Pordenone, del coordinatore del Progetto Genius Loci, il Dott.Stoppa,  e di varie rappresentanze provenienti sia dalle istituzioni coinvolte nel progetto, sia dalle realtà associative locali.
Lo spettacolo è stato intenso e poetico, conducendo gli spettatori a rivivere in maniera partecipata la storia di un paese raccontata dai suoi abitanti, in un arco di tempo che va dagli anni ‘30 alla post-industrializzazione. Si è trattato di un originale esperimento di teatro popolare, tra racconto e affabulazione. Uno spettacolo costruito nell’arco di due anni, attraverso una serie di laboratori di quartiere che hanno affermato il “diritto alla memoria”, a partire dalla raccolta di ricordi e leggende da parte dei giovani che hanno dialogato con gli anziani dei paesi della Valle dell’Aniene, in provincia di Roma. Il risultato è stato sorprendente e allo stesso tempo affascinante: attori non professionisti reclutati tra gli abitanti dei quartieri coinvolti hanno rappresentato un pezzo della loro storia, facendo rivivere personaggi e situazioni in un racconto a più voci che di fatto potrebbe appartenere a  qualsiasi area geografica italiana di quegli stessi anni.
La strada bianca voleva essere un incipit che, più di tante parole, potesse introdurre a Borgomeduna un primo esperimento di “laboratorio di teatro di quartiere”, un invito beneaugurante alla  nascita  sul nostro territorio di un’esperienza se non simile comunque ispirata alla stessa esigenza di mettere in scena la propria storia collettiva.
Questo, tra gli altri, è infatti uno degli obiettivi del Progetto Genius Loci, e  “Ieri, oggi, domani: raccontare la memoria, la realtà e la speranza” è  il titolo scelto per il percorso che sarà condotto dall’Arlecchino Errante nel  quartiere grazie alla collaborazione della scuola elementare De Amicis, del Deposito Giordani e della Parrocchia S. Giuseppe. I laboratori, suddivisi per fasce d’età, avranno inizio a partire dal mese di dicembre:
-per bambini: mercoledì 13 dicembre ore 16:30 c/o Scuola Elementare De Amicis;
-per ragazzi e giovani: venerdì 16 dicembre ore 18:30 c/o Deposito Giordani;
-per adulti: lunedì 19 dicembre ore 20:30 c/o Scuola Sperimentale dell’Attore “L’Arlecchino Errante”.
Per informazioni: L’Arlecchino Errante: 0434 520074

mercoledì 30 novembre 2011

Ricordo di Franco Martelli

FRANCO  MARTELLI

Il teologo luterano Dietrich Bonhoeffer (1906 -1945), fiero e pressoché isolato oppositore del nazismo, ci ha lasciato questa terribile osservazione :
“In determinate circostanze gli uomini vengono resi stupidi, ovvero si lasciano rendere tali.  …. Qualsiasi ostentazione esteriore di potenza politica o religiosa che sia, provoca l’istupidimento di una gran parte degli uomini. Sembra anzi che si tratti di una legge socio-psicologica: la potenza dell’uno richiede la stupidità degli altri”.
Il suo ragionare diverso, in una Germania che si identificava pressoché totalmente nel fuhrer, gli costò la morte per impiccagione nel campo di concentramento di Flossemburg, il 9 aprile 1945, pochi giorni prima della fine della guerra.
In quel periodo altri uomini di altri Paesi seppero opporsi all’ istupidimento  e alla paura  a costo della propria vita : tra questi molti partigiani italiani.
Ed è proprio uno di questi che qui voglio ricordare: Franco Martelli che il 27 novembre 1944, pochi mesi prima della Liberazione, venne fucilato dai nazifascisti  a Pordenone: aveva 33 anni e lasciava la moglie e tre figli in giovane età.  Siciliano, militare di carriera era stato destinato alla caserma Mitica di Pordenone dove aveva sede il Saluzzo Cavalleria. Durante la guerra fu destinato alle operazioni militari in Croazia dove probabilmente ebbe occasione di vedere  le atrocità della controguerriglia e dei rastrellamenti delle popolazioni civili da parte dell’esercito italiano alleato dei nazi- fascisti.
Dopo l’otto settembre 1943 che segnò lo spappolamento dell’esercito italiano, rientrò a casa come molti suoi connazionali lasciati senza ordini dai comandi militari e dallo stesso Re Vittorio Emanuele III° fuggito nel sud Italia, al riparo delle truppe alleate.
Raggiunse Pordenone  portando con se la bandiera del Reggimento che, seppellita nel giardino di un conoscente, poté essere salvata e  consegnata dalla vedova nelle mani del Re Umberto II°. Borghese, fedele al giuramento prestato al Re considerato garante e simbolo dell’unità d’Italia, di sentimenti religiosi cattolici e rispettoso delle tradizioni, si schierò con i Partigiani diventando Comandante del ragruppamento  Osoppo ed in seguito, Capo di Stato Maggiore della brigata partigiana unificata Ippolito Nievo B: diede impulso anche  alla Resistenza cittadina dove fece nascere il battaglione “Naonis”.  Era contrario alla violenza fine a se stessa, persuaso che il sangue dei propri uomini andasse risparmiato ed usato generosamente senza esitazioni  solo quando era assolutamente inevitabile o necessario: da rigoroso militare era  convinto che chi combatteva  con onore  poteva essere utile alla causa più da morto che da vivo. Fu il suo destino: scoperta la sua attività clandestina, fu arrestato e condannato a morte.
I tedeschi, riconoscendo il suo valore di militare, gli concessero di comandare il plotone di esecuzione. Morì gridando “Viva l’Italia”.
Franco Martelli è stato indubbiamente uno dei personaggi più limpidi della guerra  di Liberazione a Pordenone. Riposa nel cimitero cittadino tra i benemeriti della città.
Nel cortile della caserma dove fu fucilato contro il muro di cinta del lato nord e dove  dovrebbe finalmente sorgere un luogo della memoria aperto a tutta la cittadinanza, ogni anno si celebra quel 27 novembre alla presenza dei reduci e delle autorità cittadine.
Credo che nella celebrazione dell’unità d’Italia un posto spetti anche ai tanti uomini della Resistenza che, come Franco Martelli, non aspettarono passivamente la liberazione dell’Italia da armi straniere anche se alleate. Un filo ideale li unisce al Risorgimento perché nel periodo storico loro dato,  hanno creduto che gli italiani non dovessero  ricevere ma conquistare la propria libertà, proprio come aveva ammonito Giuseppe  Mazzini .

Benvenuto Sist

giovedì 24 novembre 2011


Sorrisi mancati (Adalberto C.)

Il sorriso mancato, lasciato
lontano dal buio di mani
sporche, infinitamente
insensibili, che cancellano
una luce, che è solo futuro
e che immancabilmente ci
aiuta a crescere, per diventare
uomini, nonostante alcuni,
ogni giorno, ci impediscono
di essere innocenti e ci
tolgono il sorriso e la
voglia di essere  bambini.


Il mio Presepe (Adalberto C.)

Occhi sbarrati,
frenetici movimenti,
per stare dietro a comandi.
Bambino seguo i grandi,
che posizionano
casette minuziosamente lavorate,
in ore rubate al riposo o
a divertimenti mancati.
Strane posizioni di
statuine, che al tatto
rincorrono nella fantasia
del fanciullo attimi scarni,
fatto di momenti dove
ritrovarsi, intorno a tavoli
vuoti e ricchi di poche cose,
dove le uniche luci sono
candele, che profumano
le case di oggi,
dove le luci sono altre.
Fiori ad ornamento recisi
e raccolti attimi prima,
rubando il tempo alla neve,
che copre e lascia tutto soffuso,
sia i rumori che le ombre.
Odore di muschio, faticosamente
raccolto e cercato,
curato con mani insicure,
ma finalmente posizionate
intorno a strani laghi,
ravvivati da vecchie lampade,
colorati da statuine, che
ogni anno come reliquie
posizioniamo in luoghi
a noi sempre più cari, come
mappe di una memoria
mai dimenticata,
solo tralasciata per
uno sfavillio di luce, forse
un pò falso e meno vero,
ma altrettanto ricco
di ricordi, che ci accompagnano
e non ci lasciano mai.

12 NOVEMBRE 2011 CASTAGNATA ALLE SCUOLE ELEMENTARI DI BORGO MEDUNA

Sabato 12 novembre 2011 presso la scuola elementare Edmondo De Amicis di Via Udine, si è svolta la tradizionale castagnata, voluta dagli insegnanti e dalle famiglie degli scolari.
Una splendida giornata di sole e il cortile della scuola era pieno di bambini, famiglie o semplici persone che trasmettevano aria di festa.
Mentre il profumo delle castagne si diffondeva nell'aria con maggior intensità, le mamme allestivano i loro banchetti per la vendita delle torte e dolci ( l'incasso serviva per autofinanziare l'iniziativa),  le associazioni presenti esponoveno, nei loro piccoli stand il materiale illustrativo delle loro attività.
L'occasione è stata ottima per il gruppo "Genius Loci" che attraverso il proprio stand ha potuto informare gli abitanti del quartiere presenti , delle proprie iniziative e distribuire copie del nostro foglio di quartiere "SpiazzaBorgo".
Mentre Sergio, il nostro fotografo immortalava i momenti salienti della giornata, le nostre infaticabili e graziosissime "hostess" Ivana, Chiara e Francesca davano spiegazioni verbali a quanti si fermavano allo stand, interessati alle iniziative Genius Loci


foto by Sergio Bagaggia
Preziosa anche la collaborazione di Adalberto che ha stampato tutti i fogli con stralci di articoli del nostro foglio di quartiere, che arrotolati, son serviti a contenere le castagne e quindi di fatto utilizzati come veicolo di maggior pubblicità e visibilità.
Un pomeriggio veramente bello, qualche scambio di battute con amici o con chi magari si conosce solo di vista, nella speranza di conquistarsi, come gruppo Genius Loci, sempre più importanza e utilità nel quartiere di Borgo Meduna.



foto by sergio bagaggia
 Fa piacere ricordare che nell'ambito delle iniziative previste, il nostro preziosissimo partner, Ferruccio Merisi, della Scuola Sperimentale dell'Attore, promuove presso la parrocchia San Giuseppe  di Borgo Meduna, lo spettacolo teatrale "La Strada Bianca" della compagnia Settimo Cielo di Roma.
L'appuntamento per tutti è alle 17.00 domenica  27 novembre!!!!
(clicca qui per la locandina in pdf)
Nei prossimi post ci sarà l'elenco di eventuali nuove iniziative firmate "Genius Loci" nel quartiere o ad esso collegate......non vorrete mica vi svelassimo tutto subito :-)......così tornerete a leggerci e magari, perchè no, a scriverci!!!!
Gennaro

giovedì 4 agosto 2011

La Redazione del foglio di quartiere "SpiazzaBorgo"


Eccoci, dopo molte fatiche, il meritato riposo con pizza compresa, della mitica redazione del foglio di quartiere "SpiazzaBorgo", tutti alla sede del centro diurno di Via Canaletto 5, per commentare, sorridere, verificare il lavoro svolto e gettare le basi per quello futuro.

foto by Biason Giovanni
Chiunque voglia farne parte o desidera pubblicare un pensiero, una riflessione o una storia/aneddoto da regalare a tutti, ci contatti pure ne saremo davvero lieti.

S. G.

lunedì 1 agosto 2011

Dedicata a...

Parole inespresse  ( Adalberto C.)

Silenzi dipinti, da sculture
di immagini inesistenti e
solo impresse nell’anima.
Parole inespresse, in sorrisi
che non gioiscono, ma creano
immagini di qualcosa che
avremmo voluto, ma non è stato.
Guardo e mi si stringe l’anima,
nel ripercorrere l’immaginario
di donna felice al momento,
seguito da anni di sconforto.
Essere guidate dalla sapienza
e da un animo rotto, pieno
di segni, che non aiutano,ma
che inesorabilmente giorno
dopo giorno a dispetto di albe,
tramonti e sere, dove i colori
sono solo quelli della notte,
uniti alla nera disperazione
dell’essere, mancato, defraudato.
Aiutati solo da una amore che
trova nelle pieghe infime di
vita, la gioia e la felicità
mancate, sognate, legate
più al senso del non vivere,
che al senso del vivere stesso.

martedì 26 luglio 2011

Piazzetta e biciclette

Le cronache dicono che negli anni venti, una bicicletta costava l’equivalente di quasi due anni di salario: per molto tempo dunque non poté essere a disposizione di molti. La sua diffusione fu necessariamente graduale in rapporto alle disponibilità economiche e alle necessità degli acquirenti.
Utile anche in momenti difficili come l’ultima guerra, consentì  a chi abitava in città di girare le campagne per acquistare cibo dai contadini o rincorrere più velocemente le voci del mercato nero. Anche la fruttivendola che aveva il suo negozio in piazzetta fin dai primi anni venti, ne aveva usata una “da omo” per approvvigionarsi  nei dintorni e non solo, tanto che da lei si potevano trovare anche i pregiati “fighi mori” di Caneva.
Archiviata la guerra si ricominciò a cantare con ritrovata vivacità “Ma dove vai bellezza in bicicletta, così di fretta pedalando con ardor? Le gambe snelle, tornite e belle, m'hanno già messo la passione dentro al cuor!”


Via Udine Borgomeduna

Era il 1951 anno del film di successo  “Bellezze in bicicletta”, che agitò i sonni di  molti parroci preoccupati della pubblica moralità.  Badando alla praticità e più sicure del loro agire che non dei sermoni domenicali, le donne del tempo continuarono tranquillamente ad inforcare la loro bicicletta “da femena” per raggiungere la piazzetta dove fare le compere: con una robusta sporta di paglia intrecciata appesa al manubrio “le andea in botega” dove barattavano le uova con i generi alimentari. 
D’altra parte anche i cappellani di San Marco ne usavano una uguale, impediti com’erano dalle lunga tonaca nera: andavano a dir Messa nella nuova cappella in fondo a via Meduna dove c’erano “le busate”. Quando portavano il “saturno”, un copricapo rotondo e rigido che sembrava un disco volante,  pedalavano  con la testa leggermente abbassata: non era per modestia, serviva solo a non farlo volar via.
La bicicletta era anche  un vero e proprio  mezzo di lavoro: la usava tutti i giorni il postino con la borsa di cuoio , gonfia di posta, agganciata  sul davanti . La pescivendola la usava per andare a vendere il “pes” conservato in cassette di legno e coperto di ghiaccio tritato.
Il panettiere caricava la cesta del pane su una speciale, senza “ruota libera” che lo costringeva  a girare continuamente le gambe anche per rallentare o frenare.
Pure la bicicletta dell’arrotino che abitava vicino alla piazzetta, era speciale : fissata sul  cavalletto permetteva al “guetta” ,  dritto in sella, di pedalare e affilare. Tra una pedalata e l’altra si dedicava   a raddrizzare  “le coste” agli  ombrelli. 
Così, per la legge del mercato , attorno alla piazzetta c’erano i negozi di chi le biciclette le  riparava e di chi le vendeva o noleggiava.
Negli anni  cinquanta arrivò il “boom economico” e con esso gli scooter come la “Vespa” e le auto  come la Fiat  “Seicento”.  Presso le ragazze l’indice di gradimento dei ragazzi in bicicletta scese  verticalmente, quasi come quello del baccalà: da tempo infatti le ragazze avevano incominciato a respingere i corteggiatori che “odoravano di bacalà”, cibo ormai confinato ai livelli bassi della  scala alimentare e  sociale.
Tramontavano così  i tempi del film  “Ladri di biciclette” e si affermavano definitivamente quelli di “Vacanze romane”  in   “Vespa”.

Benvenuto Sist

Ricordo di Giacomo Santarossa

Non si appartiene a un luogo solo perché vi si è nati, ma perché si è dato un contributo alla sua vita sociale, soprattutto se si proviene da altri paesi,  poco importa se del circondario o da molto più lontano.  E’ la vicenda di molti “borgomedunesi”  arrivati in questo quartiere ragazzini insieme ai propri genitori che cercavano di stare  più vicini alle occasioni di lavoro che Pordenone continuava ad offrire  grazie ai suoi cotonifici e alle sue officine. A Borgomeduna hanno trovato una nuova casa  ed hanno potuto costruire  la propria realtà di vita. Tra questi c’era, com’è difficile dire c’era, anche Giacomo Santarossa arrivato a Borgomeduna all’età di cinque anni da Sacile. Tra le masserizie caricate su un carro trainato da due cavalli, la sua famiglia aveva messo  anche una impastatrice che sarebbe servita  per riattivare il panificio Cum in via San Giuliano. Da quel lontano 1945, fino al 2011 anno in cui Giacomo ci ha lasciati, ha sempre vissuto in piazzetta diventandone non solo un attivo commerciante ma anche un testimone discreto e riservato degli avvenimenti. Gran parte di quello che si è scritto su Borgomeduna lo si deve ai suoi ricordi che spesso  è stato chiamato a raccontare ai bambini della  scuola elementare “De Amicis” in via Udine: racconti di vita quotidiana per tramandare la giudiziosa sobrietà di quei tempi, senza pontificare sui comportamenti delle singole persone.
Nel muro verso Udine della sua casa, la riconoscibile e adagiata casa “Pacchiega” , aveva fatto restaurate la scritta “Pordenone  Borgo Meduna” che indicava l’ingresso sud est alla città .

 Così nella sua attività di consigliere di circoscrizione ha sempre sostenuto l’utilità commerciale e sociale della piazzetta e di Borgomeduna, cercando di evitare soluzioni che la riducessero a isolata zona  di transito, dove non fosse più possibile sostare: per lui era stata e doveva rimanere quello che altri hanno poi inteso e chiamato , “un centro di gravità permanente”.

Benvenuto Sist

lunedì 18 luglio 2011

"Borgomeduna" - Una lunga linea sul muro


Percorso  (Adalberto C)

Una linea immaginaria come
un filo di arianna da seguire,
sguardi non più legati
a colori, ma a sensazioni
di tatto.
L'immagine del percorso
legato a luoghi sicuri,
per nulla chiari per tutti,
ma forse solo alla sensibilità
di pochi... di uno...
Una linea chiaro scuro, che
lascia trasparire la presenza
di chi, è più legato alle
sensazioni, emozioni e perchè
no, ad un muro.
Muro che ogni giorno segna
un percorso, un riferimento
un segno famigliare,un filo
da seguire e non dimenticare,
per non perdersi.

venerdì 1 luglio 2011

C'era un posto...... la piazzetta di Borgo Meduna

 
Spesso un posto non esiste semplicemente perché non siamo più capaci di vederlo, distratti dalle nostre preoccupazioni o corrotti dalle abitudini quotidiane. Eppure quell’imbuto d’asfalto che immette in via Meduna e Borgo Campagna c’è sebbene conteso dagli affezionati e ostinati avventori dei bar, dalle auto in transito e dai parcheggi che ne sequestrano porzioni significative.
Eppure qui la vita ha sempre vibrato: sulla strada che l’ha limitata
viaggiatori hanno potuto raggiungere la Germania, hanno transitato
baldanzosi eserciti invasori e sconfitti soldati in ritirata.
Dentro vicolo Mantegna nel marzo 1921 nacque la Cooperativa
Operaia di Consumo che, contrariamente ad altre esperienze analoghe, riuscì a superare indenne i momenti difficili del ventennio fascista.
Un gruppetto di spavalde camicie nere provenienti da Udine sostò in
piazzetta la domenica mattina dell’8 maggio 1921 per tenere un comizio, ma venne fischiato e messo in fuga: ne nacquero le barricate di Torre.
Negli anni trenta in un cortile vicino si allestiva il fantoccio della
“vecia Clementina” che, dopo essere stata portata in corteo per le vie di Pordenone, ritornava in piazzetta per essere processata dal balcone della casa “Pacega” e immancabilmente condannata al rogo. In quella stessa casa “sior” Ferruccio Pacchiega aveva la stalla dei cavalli e da lì usciva con il calesse per il giro delle sue proprietà o la cura dei suoi affari.
All’interno del Cral si tirava di box, mentre nella terrazza esterna si
ballava nelle tranquille sere d’estate sotto un cielo pieno zeppo di stelle.
Le donne del borgo si recavano in piazzetta a fare le compere anche di domenica mattina, dopo aver partecipato alla messa, per preparare il pranzo della festa; d’inverno si concedevano anche un riscaldante grappino al bar.
L’acqua della fontana cadeva continua nel lavatoio a tre vasche
comunicanti dove venivano lavati i panni propri con il sapone fatto in
casa e quelli degli altri con i pettegolezzi, mentre i ragazzini giocavano ai quattro cantoni sotto il piccolo portico di fronte a “cibè” sulla strada sterrata.
L’acqua era freschissima e una parte, sapientemente convogliata
all’interno della bottega dei Santarossa, serviva in estate a
conservare il burro ed il formaggio quando il frigo ancora non esisteva.
In piazzetta venne trasferita anche la latteria turnaria fino alla
costruzione della nuova sede più in là dentro via Meduna, poco prima del “curtivon”, dove si facevano volare gli aquiloni costruiti da “Cecchino”: al suo posto venne il panificio Nardo.
C’era il bar di Gigi Mucignat, luogo preciso e conosciuto di ritrovo
e appuntamento: dentro si giocava a carte, mentre fuori, d’estate,
i giovanotti giocavano a pallone “in notturna”. Invece Marta, “dotor
profesor Gino, pitor de Pordenon”, piantava il cavalletto in mezzo
alla piazzetta e tra una pennellata e l’altra vi entrava per acchiappare l’ispirazione inseguendola tra le “ombre”.


foto by Sergio Bagaggia

Attorno alla piazzetta sono arrivate a fiorire più di trenta attività
commerciali che soddisfacevano quasi completamente i bisogni dell’intero borgo, comprese tre parrucchiere per signora. C’erano anche le sezioni dei partiti i cui militanti si riunivano regolarmente in stanzette fumose per poi ritrovarsi davanti al bancone del bar dove Gigi, fino all’una di notte, serviva tartine con “muset” o frittata e ombre “a metro”.
Da qui partivano gare ciclistiche ed anche la marcia notturna Pordenone
Caorle del primo maggio.
Insomma la piazzetta è sempre stata un “centro di gravità permanente”, un baricentro dal solido equilibrio dove si poteva guardare senza sofisticati sdoppiamenti mentali le cose che accadevano e le persone con cui si aveva a che fare.

mercoledì 29 giugno 2011

Riflessioni

Riflessioni
Quando i cortili erano abitati da più famiglie.
Quando i figli erano tuoi e di tutti.
Quando ci si divideva il tutto e il niente.
Quando ascoltare era acquisire esperienza.
Quando solidarietà non era solo una parola.
Quando!!!

Il "Cortile" (Adalberto C)
Inseguo le ombre della sera,
il rosso domina un cielo terso,
svolto l'angolo, la bici, come
al solito forata, sicuro che le sentirò.
Le luci fioche attraverso
le finestre sembrano tante
lucciole, odori e sapori
confusi in una sera d'estate.
Dietro di esse, le donne
sono indaffarate nella
preparazione della cena.
I tre gelsi fanno da ricovero
agli ultimi passeri, prima
della notte scura e sicuramente afosa.
Le voci si sovrappongono,
mentre alcuni di noi si
attardano ad ascoltare gli
uomini, che parlano di lavoro
e di quanto è dura la vita,
intorno ad un improbabile
tavolo, che ha conosciuto tempi migliori.
Come allo scandire della
fatidica ora, le ombre
tolgono luce alle finestre
sono loro mamme e nonne,
che chiamano a raccolta,
un appello all'unisono è pronto!!!
Un pasto frugale e fumante,
fatto di cose essenziali
povera, ma quanto basta,
il vociare e le sensazioni
sono le stesse di sempre.
Il cortile si anima e li, che
passiamo il tempo a parlare,
giocare ed ascoltare.
Mi giro e rigiro sul letto,
mentre il solito rumore
cric croc,non mi abbandona,
penso a domani quando dovrò
andare a scuola a piedi,
della mia bici nessuno sà, domani vedremo.